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Emma – Svezia 2022-23
Arrivata alla fine del mio viaggio è arrivato il momento di trarre le conclusioni, dei dieci mesi che ho passato in Svezia: riconoscere le lezioni imparate e gli errori commessi, capire cosa questo viaggio mi abbia dato e cosa io abbia trasmesso alle persone incontrate nel mio percorso. Mi chiamo Emma Morandotti, ho 18 anni e vengo da un piccolo paesino in provincia di Pavia. Sono una Rotary Youth Exchange Student del Distretto 2050 e ho trascorso l’anno di studio 2022/2023 a Fargelanda, Svezia. Mi sono iscritta al programma RYE per caso, senza aver davvero realizzato cosa sarebbe accaduto se mi avessero accettato. Prima di novembre 2021, prima di mandare i documenti, non mi era mai sembrata una reale possibilità quella di poter fare un anno all’estero; di vivere in un’altra famiglia che, all’inizio, mi sarebbe sembrata estranea, ma con cui poi mi sarei sentita a casa; e che avrei frequentato un’altra scuola, con una lingua, una cultura e delle abitudini sconosciute. Una volta accettata nel programma… ancora non ne avevo preso coscienza. Solo col tempo e l’esperienza sono riuscita a capire la sua importanza e il fatto che questo mi avrebbe cambiato un po’ la vita per sempre. Durante i 10 mesi dello scambio ho vissuto in un piccolo paesino svedese di 2000 abitanti un po’ isolato e lontano dalle grandi città. Il paese è immerso nella natura, circondato da boschi immensi e numerosi laghetti dove puoi sempre trovare gli abitanti del posto: d’estate a fare il bagno e prendere il sole sulla riva e d’inverno a sciare nei dintorni e pattinare sul ghiaccio. Qui, a Fargelanda, in una tipica casa scandinava, vive una famiglia danese di quattro persone, i Prahl-Glue: Thomas, Pernelle e le loro due figlie Ingela e Filippa, che ha partecipato al programma RYE in contemporanea a me. I Prahl-Glue sono una famiglia molto unita e attiva che ama passare il proprio tempo insieme, facendo tante attività all’aperto come trekking e campeggiando nei boschi sulla riva dei numerosi laghetti. Amanti della natura, e dell’attività fisica, con loro mi sono subito trovata bene, avendo interessi comuni. Mi hanno insegnato molti valori importanti e trasmesso abitudini fondamentali. Grazie a loro, oltre alle lunghe passeggiate nella natura e al campeggio, sono stata introdotta e ho imparato tante cose nuove: ho iniziato a praticare e partecipare alle gare di orienteering con il club locale di cui loro facevano parte, ho imparato ad andare in canoa, a nuotare nei laghi ghiacciati e a pattinarci sopra d’inverno, ad accendere il fuoco e capire gli strumenti necessari per passare una notte dormendo in mezzo al nulla; sono stata introdotta allo sci su rotelle, nei mesi più caldi, per poi essere in grado di fare sci di fondo durante l’inverno, mi hanno insegnato ad andare sullo snowboard in una settimana e ho ripreso ad andare a correre per conto mio o con loro, settimanalmente. È stato grazie a questi hobby che sono riuscita a superare i mesi più freddi, quando le giornate erano molto corte e il buio e il freddo troppi per fare qualcosa fuori dal conforto della propria casa. Cosa più importante, la mia famiglia ospitante mi ha trasmesso il suo amore e rispetto per la natura. Durante la mia permanenza ho frequentato il penultimo anno di Gymnasium, a Uddevalla, una cittadina a 40 minuti da casa, in una scuola chiamata Ostrabo e ho seguito un programma scientifico. Ora che sto scrivendo e penso al periodo prima di partire, capisco che il mio comportamento e la “leggerezza” che sentivo fossi semplicemente io un po’ nel panico e il modo in cui cercavo di affrontare l’imminente sconvolgimento della mia vita. 😉 Non sapevo niente della vita, e ancora adesso so molto poco, lo ammetto; vivevo nella mia piccola bolla, pensando di essere diversa dalle altre persone della mia piccola provincia, così all’avanguardia rispetto a loro. Ma, quest’anno appena vissuto, ho incontrato tante persone diverse tra loro, così interessanti, piene di passioni e così forti e sincere nei loro valori, che mi hanno fatto realizzare quanto è lunga la strada che, ancora devo percorrere. Queste persone, inconsciamente, mi hanno spinta a rimanere in Svezia, anche quando stavo dubitando la mia scelta, e a superare il disagio che mi dava affrontare situazioni nuove, perché questo è l’unico modo in cui imparerò mai qualcosa di utile. È proprio questo l’unico vero motivo che mi ha spinta a partire, voler portare disordine e agitazione in una vita che era prevedibile e un po’ noiosa. Conoscere un altro pezzo di mondo e mettere in discussione la realtà in cui avevo vissuto fino ad ora erano i miei obiettivi. Ho sempre avuto l’impressione che qualcosa non andasse nel modo in cui vivo e quale modo migliore per scoprire cosa se non facendo esperienza di altre culture e modi di vivere, scoprendone i lati nascosti che, se li avessi vissuti da turista o non fossi mai partita, non avrei mai avuto la possibilità di conoscere. Ora starete pensando ironicamente: che grandi sconvolgimenti e scoperte avrò mai fatto in Svezia, che non è così lontana da casa? Ebbene sì, avete qualche ragione a prendermi in giro; il passaggio Italia - Svezia non è stato poi così grande come avevo immaginato prima di partire: le due nazioni sono abbastanza vicine, non solo geograficamente. Ma, comunque, ritengo questo anno passato in Svezia, solo l’inizio del mio viaggio, l’inizio del mio percorso di scoperta verso una realtà in cui mi sentirò più a mio agio. [Best_Wordpress_Gallery id="40" gal_title="Emma 2022-23"]